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SIAI: le cessioni dell´INPGI
e i diritti degli inquilini

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Roma, 11 gennaio 2016 – Un’inquilina di via Courmayeur, a Roma, ci ha scritto una mail allarmata. Sotto le Feste ha ricevuto una raccomandata dall’Inpgi, che le comunica di non essere più proprietario dell’unità da lei condotta in locazione. Vediamo prima la lettera, che è la stessa che hanno già ricevuto, o stanno per ricevere tutti gli altri inquilini, e spieghiamo meglio, per tranquillizzare i nostri soci, un meccanismo su cui anche il Siai, fino ad oggi, non è stato forse sufficientemente chiaro.

Nella raccomandata l’Inpgi fa sapere che l’alloggio in questione “è stato conferito dallo scrivente Istituto al Fondo immobiliare denominato Fondo Inpgi Giovanni Amendola, gestito dalla società Investire Sgr Spa”, che il rapporto proseguirà con l’inquilina “agli stessi patti e condizioni, ivi compresa la durata contrattuale” e che da questo mese di gennaio 2016, riceverà una fattura con l’importo di affitto e oneri condominiali, che dovrà versare alla società Investire. A parte la garanzia della durata contrattuale e di tutto il resto, l’inquilina si domanda: se l’unità è stata venduta, non avevo io forse il diritto di esercitare (ci scusiamo per il bisticcio di parole) il diritto di prelazione? Sì, questo diritto l’avrà certamente, è la nostra risposta. Ma spieghiamo meglio quanto sta accadendo.

L’Inpgi sta formalmente trasferendo la proprietà di tutti i suoi immobili a un Fondo, il Fondo Giovanni Amendola, appunto, le cui quote peraltro sono di proprietà completa e totale dell’Inpgi stesso. Fondo che per legge deve essere amministrato da una società di gestione appositamente autorizzata e controllata da Banca di Italia. Il Fondo Amendola è gestito dalla società InvestiRe, scelta alla fine del 2013 dopo una gara europea. L’Inpgi tra l’altro mantiene il controllo sul proprio patrimonio anche attraverso i comitati consultivi, i cui componenti sono stati indicati dal Consiglio di amministrazione dell’Istituto.

Come funziona il meccanismo di apporto? Man mano che l’Inpgi conferisce porzioni immobiliari al Fondo, riceve in cambio delle quote del Fondo stesso in base al valore di quegli immobili, certificato da esperti indipendenti scelti dalla società di gestione, con incarico a scadenza. Il passaggio degli immobili al Fondo (un ulteriore apporto vi è stato sotto Natale) dovrebbe completarsi entro i primi mesi dell’anno: entro marzo, era stato previsto nei mesi scorsi. Per il momento le unità conferite sarebbero il 55-60 per cento del totale.

Il Fondo è retto da un Regolamento che dà ampie garanzie all’Inpgi e di conseguenza agli inquilini. Non cambiano le norme di assegnazione degli alloggi (con un diritto di priorità per gli inquilini giornalisti, che peraltro sono ormai meno della metà del totale) e quelle di durata contrattuale, e se il Fondo decidesse un giorno di vendere gli alloggi che gli sono stati conferiti, con il parere vincolante dell’Istituto – che, lo ripetiamo, delle quote del Fondo è proprietario al 100% – verrebbe assicurato all’inquilino un diritto di prelazione esteso addirittura ai parenti di secondo grado e garanzie per gli anziani di mantenere l’alloggio in locazione: questo, almeno, ha deciso all’inizio di dicembre uno degli ultimi consigli di amministrazione dell’attuale gestione Inpgi. Visti i problemi di liquidità dell’Istituto, non è affatto escluso che stock di alloggi vengano avviati alla vendita che sarà dunque frazionata. Come e quando l’operazione scatterà, lo si vedrà dopo l’insediamento, a marzo, del nuovo consiglio di amministrazione dell’Inpgi, che i giornalisti sono chiamati a votare.

Se tutto questo è vero, una domanda che gli inquilini possono porsi è la seguente: ma perché è stato deciso di affidare il patrimonio a un Fondo? L’Inpgi risponde in questo modo: per migliorare il bilancio dell’Istituto attraverso il passaggio – se così possiamo dire – dal mattone al mattone di carta. E’ dunque questa la ragione centrale. Per legge, infatti, le varie casse (non soltanto l’Inpgi) possono mettere in bilancio gli immobili soltanto al valore storico di acquisizione, e molti fabbricati dell’Istituto sono stati presi in carico decenni fa. Ai Fondi immobiliari, invece, è stata data sin dall’inizio la possibilità di contabilizzare il valore di mercato, e di aggiornarlo periodicamente. L’operazione Fondo Amendola, pertanto, secondo quanto è stato spiegato dall’Istituto, serve soprattutto a questo: a far emergere delle plusvalenze nel bilancio dell’Inpgi, dando così giusta evidenza a quanto realmente vale il patrimonio dell’Istituto. Ciò è quanto siamo in grado di dirvi, almeno sino ad oggi. Se emergeranno altri particolari, ve li comunicheremo tempestivamente. Vigilando giorno dopo giorno, statene certi.

 

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